Giugliano, ragazzo costretto al freddo e torturato con scariche. Arrestato il padre, punire era il suo "modo di educare"
Questa volta la realtà supera la fantasia o le notizie
provenienti dai fronti di guerra. No, questa volta non è una scena del
film 'Io vi troverò' con Liam Neeson, tantomeno un altro capitolo dei
metodi usati dai terroristi dell'Isis o dalla repressione in Cina, che
rappresentano alcuni tra gli ultimi precedenti in 'materia'. Questa
volta la tortura con scariche elettriche la praticava - secondo quello
che ritengono i carabinieri - un padre nei confronti del figlio. Anni di
sofferenze e maltrattamenti di cui era stata vittima anche la moglie
dell'uomo prima che si decidesse a scappare e denunciare tutto.
L'orrore
a Giugliano (Napoli), dove un ragazzo di 12 anni veniva costretto dal
padre a rimanere fuori casa a torso nudo al freddo dell'inverno dove
veniva bagnato con secchi di acqua gelata. In altre occasioni, invece,
le torture. Per quale motivo? Secondo quanto appurato dai carabinieri il
cui lavoro investigativo è finito sul tavolo della Procura di Napoli
Nord, il protagonista delle torture non era né drogato né alcolizzato.
Ma - forse la cosa aggrava ancora di più il quadro, qualora fosse
confermato nelle successive fasi della vicenda giudiziaria - ricorreva a
forme estreme di punizione per imporre metodi autoritari
nell'educazione dei figli. Così i carabinieri di Varcaturo, stazione
dipendente della compagnia di Giugliano (Napoli) hanno eseguito
l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 47 enne
algerino, gravemente indiziato di maltrattamenti nei confronti della
moglie e di uno dei figli.
Le indagini sono partite dalla denuncia
della donna, che pochi giorni fa, per la prima volta, ha riferito ai
carabinieri di una stazione del Molise (regione ove, a seguito delle
vessazioni, si era rifugiata con i figli) i gravi episodi di continui
maltrattamenti e sevizie di cui era vittima da anni.
I militari,
dopo aver effettuato accertamenti, hanno riferito tutto alla Procura
della Repubblica di Napoli Nord, in quanto i fatti si erano verificati a
Giugliano. I maltrattamenti - secondo quanto riferiscono gli
investigatori - continuavano da circa tre anni. Particolarmente
allarmante è apparso il racconto di uno dei figli - che ora ha 15 anni
ma che ne aveva 12 all'epoca - vittima di violenze fisiche e
psicologiche e delle indicibili torture subite. La mamma e i minori - ci
sono anche altri due figli, più piccoli, del quindicenne - si trovano
attualmente in una struttura protetta, assistiti dai servizi sociali,
mentre l'uomo è stato portato nella casa circondariale di Poggioreale.
Nessun commento:
Posta un commento